Sant'Antonio
Chiese, strade e piazze storiche, monumenti, palazzi ed edifici storici, insediamenti rupestri.

La chiesa ed il Convento di Sant’Antonio, un tempo di San Francesco, furono fondati, secondo la tradizione, nei primi anni dell’Ordine, certamente nel secolo XIII al passaggio di San Francesco.
Dal 1600 agli inizi del 1700 il culto verso il Santo di Padova aumentò e le antiche chiese dedicate a San Francesco assunsero il titolo di Sant’Antonio, pur conservando l’antico titolo liturgico di San Francesco.
La facciata ha un portale ogivale con sovrastante rosone romanico.
A sinistra si erge la torre quadrata del campanile.
Il concerto delle campane è elettrico.
Nell’interno sul lato destro vi è un’acquasantiera del secolo XII in granito rosso, e, oltre ad alcuni dipinti, le statue della Madonna dell’Immacolata Concezione, di San Giuseppe, di San Emidio–Vescovo, di Sant’Antonio da Padova, della Vergine Addolorata.
La statua di Sant’Antonio si porta in processione il 13 Giugno.
Al centro del pavimento, antistante l’antico altare, secondo fonti storiche è sepolto il fiorentino Biagio Portinari, benefattore della Chiesa di San Francesco, forse zio di Beatrice Cenci, la donna amata da Dante, giunto a Melfi al seguito del feudatario Niccolò Acciaioli.
Il restauro recente ha permesso di riaprire la chiesa al culto nel suo pieno splendore.
Il prospetto è stato abbellito da due maestosi alberi d’ulivo.
Nel Convento risiedono i Frati Minori conventuali ritornati a Melfi nel 1954 dopo la soppressione napoleonica del 1809.